venerdì 26 aprile 2013

Libero bacio in libero stato


Questo è un post di profonda denuncia sociale, direi quasi una savianata.
Ma questo è anche e soprattutto un post di liberazione, dopo il giorno della liberazione.
Avete scampagnato di brutto ieri, eh? Immagino, immagino.
Persino io, socialite a corrente molto alternata, sono finita su un prato in mezzo ad un 80% di volti mai visti, nomi che si è preso il vento e che mai restituirà, gente simpatica (ovvero gente che non ti fa rimpiangere un buon libro in giardino e fanculo a tutti), ma con quel drammatico vizio che scopro essere più diffuso di quanto pensassi: il vizio dei bacetti, quel  qualcosa che, a quanto pare, lascia basita solo la sottoscritta.
Sciagura seconda solo al calarsi le braghe in mezzo ad un campo di ortica alta mezzo metro, la pratica dei bacetti di benvenuto/congedo tra sconosciuti sono il mio personalissimo terrore: dimmi, caro il mio straniero, perché cazzo dovrei baciarti se non siamo intimi amici, intimi di letto, intimi di qualcosa anche temporaneo? perché?
Intendiamoci, io non ho un problema col contatto fisico et similia: sputata da un utero anaffettivo, sono cresciuta più affettuosa di un Orsetto Del Cuore,  più mielosa di Winnie the Poo, un essere trasudante cuori da ogni poro, roba da non dormirci la notte se l’amore non è proprio il tuo forte. Però non mi butto a cazzo di cane sul primo che passa, tipo scarica di mitra.
Dico, ma voi un po’ di ortodossia affettiva l’avete?
Quel sano limen tra chi è caro e il chi-cazzo- ti –conosce- a- te non lo vedete proprio?
Ogni volta mi ritrovo a subire questi momenti patetici e sintetici, sentendomi pure la diversa di turno solo perché vorrei farne proprio a meno (ed ogni tanto ci riesco pure, tiè).  Si parte dal ciao con la manina e si arriva magari all’abbraccio, non viceversa. Viceversa è qualcosa che accade di rado, nei film e con qualche interlocutore più che ideale.
La storia del niente caramelle dallo sconosciuto devono averle omessa molte più madri di quanto ci si possa augurare, alimentando intere generazioni di sbaciucchiatori seriali:  agli ortodossi non resta che studiare nel dettaglio l’arte di fuggire con l’agile scatto, nota ai più per esser stata la principale risorsa della celeberrima banda di Occhi di Gatto.





martedì 2 aprile 2013

Li comincio per noi, vol. 2

Non passerò alla storia come cintura nera di costanza, ma giuro che non vi lascerò più orfani di questa fondamentale rubrica: smettete quindi di piangere e mordere il fazzoletto, I'm back!
Si riparte con una raccolta di racconti che se fosse una bibita sarebbe una limonata di quelle zuccherine che ti fanno comunque strizzare gli occhi,  una raccolta di racconti  che se fosse un momento della giornata sarebbe quello più leggero e più vostro possibile.
In questo medioevo culturale del romanzetto a nove&novanta, che non chiede nulla in cambio ai vostri neuroni,  questo libro è  un pari prezzo che profuma di aria fresca, la nostra preferita.. no?


questioni delicate.
" Quello che ricordi di una ex è perfetto.  Perfino gli aspetti più orribili. Se poi non hai nient'altro per le mani, il ricordo di lei è letale. In ufficio tengo appesa sopra la scrivania una vecchia pagina di pubblicità presa da una rivista.  E' la foto di una ex che fa la modella,  e sono giorni che ci penso. E' passato molto tempo dall'ultima volta che le nostre strade si sono incrociate, e di questo ringrazio Dio in ginocchio. Ma se ce l'avessi qui, ora, penso che la sposerei."

Questioni delicate che ho affrontato dall'analista di Matthew Klam