martedì 25 marzo 2014

Gioco di Ruolo

Dopo un discreto rumore di cocci rotti arriva sempre un silenzio monumentale.
In quel silenzio, spesso, succede che realizzi.
Realizzo che i problemi del vivere la vita  sono tutti racchiusi nel punto di vista con cui l'affronti.
Molla quello sbagliato e la prospettiva si ribalta da negativa a positiva, oggettivamente.
Roba da morderti le mani a sangue fino all'osso, cantava un certo Morgan.
La mia prospettiva era basata sulle velleità: copiose, presuntuose, vischiose, superomiste.
L'artigiana geniale, la massaia tuttofare, la figlia perfetta, la compagna perfetta, la libraia saggia.
Tutte affanculo.
Ora mi sento come quelli che, vissuta una vita col parrucchino, lo appendono al chiodo e si buttano per strada con la faccia che ti dice " e allora? sono uno con la capoccia pelata!".  Non sanno dove andranno, ma indietro non tornano.


" ... Ho delle cose in testa che nulla hanno a che fare con ciò che mi è stato insegnato: forme e idee talmente vicine a me, talmente in sintonia con il mio modo di essere e di pensare che non mi è mai passato per la testa di utilizzarle in pittura. Così decisi di ricominciare dall'inizio, di disfarmi di tutte le nozioni acquisite e di fidarmi delle mie idee.  Fu uno dei periodi più belli della mia vita: nessuno che mi ronzasse attorno per vedere cosa stessi facendo, nessuno a cui interessasse il mio lavoro, nessuno che dicesse qualcosa a riguardo.  Ero sola e insolitamente libera.  Lavorando in solitudine e nell'anonimato non avevo nessun altro da compiacere al di fuori di me stessa."

                                                                                           Georgia  O'Keeffe








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