lunedì 4 marzo 2013

Di quando ho chiuso con Londra + tre meraviglie

Londra è sopravvalutata, cari miei.

Ve lo dico dopo l'ennesima micro vacanza lì ed al netto di poche perle tutte mie ( di cui sotto).
Ve lo dico sicura, anche se io ho viaggiato quasi sempre e solo con la testa: mio padre, benedetto golden boy, si faceva dei gran viaggi e sembrerà una puttanata ma, a furia di veder partire questo grosso omone da solo (sulle note del " vengo anch'io no tu no"), mi son convinta  nel tempo  che " i viaggi? no tu no". Ci sto lavorando su, tantissimo ( tipo altre 2 vacanze low cost  entro il 2013, tipo), ma non è questo il punto.
Il punto è che questa città vive di rendite granitiche: rendita da una caterva di guide patinatissime ma busciarde, rendita da tutti quei poveretti che si trasferiscono lì e ce la raccontano a modino nei loro blog per consolarsi del fatto che preparano beveroni caldi tutto il giorno o ricevono turisti negli alberghi la notte, rendita da tutti i piatti tipici del pianeta terra che son riusciti ad importare, rendita da un calderone di fashion & vintage  che davvero mi chiedo come possa farvi sbavare ancora dalle vostre camerette.
Salvo il Tate Modern perchè ci nutre sempre lo spirito, ma non salvo la politica criminale dei prezzi che rende questa oasi di bellezza pressochè inaccessibile alle comuni tasche, come la ladrona sua madre terra.
Salvo i camini di notte, perchè  dopo Mary Poppins non puoi che fissarli con quel friccicore ai piedi lì.
Salvo i locali con i finestroni, dove quando mangi godi di una vista pazzesca e tutto ti sembra ancora più buono, dettaglio che sembra sfuggire al ristoratore medio italiano.
Salvo persino l'albergo dai colori lugubri, perchè è in queste stanze che quando nessuno ti vede diventi pure la Nan Goldin dei poveri .. ed è subito pace.


I camini degli altri
Dal cuore alle cosce



6 a.m.


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