venerdì 21 giugno 2013

Li comincio per noi, Vol. 4

Il libro di questo mese non era l'eletto, ma quanto mi piace cambiare idea!
Approfitto di questa scottante dichiarazione per dire la mia sulle lunghe attese: in genere non sono mai divertenti e spesso vanno a braccetto con qualche sciagura medio grande, ma se uno fa due respiri e ferma la testa, beh è un attimo recuperare qualsiasi fuoripista emotivo da tempo sequestrato.
Qualche notte fa mi son toccate sei ore di pronto soccorso come accompagnatrice: le prime tre son stata incollata allo smartphone, le successive tre a questo libro. Quale ho preferito? Senza dubbio le ultime, a notte inoltrata, seduta su qualsiasi supporto potesse ospitare il mio culo per più di dieci minuti ( sì, con l'età che avanza si diventa un tantinello cagacazzi anche in fatto di sedute), ma tanta era la tirella da lettura che davvero sono volate, al punto che persino l'infermieretta occhialuta&precisetti ha voluto saperne il titolo (sì, tira forte).
Vi metto anche l'intro, perché è come uno di quegli schiaffetti "sveglia-marmotta" che solo i nonni ed i preti al catechismo sapevano darci.


"che Dio ci perdoni", una preghiera, un mantra, la speranza di uscire in qualche modo vivi da tutto questo. Ti è mai successo di pensare: lo sto facendo apposta, sto rovinando tutto senza sapere perchè?

La mia ricetta per il disastro?
primo segno di allarme: l'anno scorso, per il Ringraziamento a casa loro. Venti o trenta persone ai tavoli sparsi dalla sala da pranzo fino al salotto che si interrompevano di colpo all'altezza del seggiolino del pianoforte. Lui, a capo della tavola grande, si toglieva la carne di tacchino dai denti e intanto parlava di sé. Io continuavo a guardarlo facendo avanti  e indietro dalla cucina, portando i piatti - con la punta delle dita infilata in una roba collosa senza nome, tipo salsa di mirtilli rossi, patate dolci, una cipollina fredda, cartilagine. A ogni viaggio tra sala da pranzo e cucina lo odiavo un pò di più.  Ogni delitto della nostra infanzia, a cominciare dalla sua nascita, mi tornava in mente.

Che Dio ci perdoni, di A. M. Homes  


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